Da Chitima:
Notizie del pozzo
Finalmente la soluzione del problema dell’acqua sembra avere imboccato la strada giusta. Alla fine di gennaio sono ripresi i lavori della Hidro Fontes Lda per l’apertura del nuovo pozzo, di diametro maggiore (160mm), la cui portata sarebbe adeguata non solo per le necessità della vita quotidiana, ma anche per quelle del progetto cileno per il processo di essicamento della carne caprina. Come già nella precedente occasione, l’arrivo dell’acqua è stato accompagnato da grida di giubilo.

Le prime beneficiarie
saranno, ovviamente, le bambine e
ragazze del Centro di Chitima che non mancano, con le loro letterine, di
ringraziare per quanto gli “zii di Roma” fanno per loro.
Le ragazze
Le ragazze




Le altre bambine e ragazze ancora nel Centro, alla fine di febbraio, dopo il periodo delle vacanze trascorso a casa, sono tornate a studiare.




Buone notizie arrivano, inoltre, da alcune delle ragazze che, negli ultimi anni, hanno lasciato il centro: Raimunda, Rosalinha, Liliana che, in aprile, diventerà anche lei mamma di una bambina.
Da Roma:
Anche a Roma non è
mancata l’attività: in febbraio e marzo, dando l’avvio ad una, si spera,
proficua collaborazione tra la Parrocchia di San Roberto Bellarmino e la nostra
Associazione, è stato organizzato un
ciclo di incontri sull’attualissimo tema delle migrazioni come fenomeno epocale. Grazie alla disponibilità del Parroco, Mons. Nicola
Filippi, le conferenze si sono svolte presso la Sala del Centro Culturale di
San Roberto con la presenza, ogni volta, di due esperti, a diverso titolo, dell’argomento.
Infine,
il ciclo si è concluso con due testimonianze dell’impegno della Comunità
cristiana da parte di protagonisti e attori in prima linea nell’aiuto ai più
poveri e nella loro promozione. Padre Giulio Albanese, missionario comboniano,
giornalista, da decenni impegnato in Africa, comunicatore attento, ha
sottolineato quanto sia oggi difficile, se non impossibile, la distinzione fra
rifugiati e migranti economici e messo in luce l’atteggiamento dei potenti –
paesi, multinazionali, finanza – che impoveriscono (“l’Africa non è povera, ma
impoverita”) ulteriormente i deboli. Suor Carla Venditti, delle Apostole del
Sacro Cuore, a sua volta, ha dato
testimonianza dell’impegno personale e delle sue consorelle nel prestare aiuto
alle vittime della tratta con la creazione di un centro di accoglienza dove
viene offerta un’altra opportunità di vita alle giovani che cercano, con
coraggio, di abbandonare la strada.
Nel primo incontro,
incentrato sulle prospettive demografiche e l’immigrazione, il prof. Raimondo
Cagiano de Azevedo, in modo coinvolgente e spiritoso ha presentato la
migrazione nel tempo e nello spazio – da
Adamo ed Eva fatti sloggiare dall’Eden… fino
ai giorni nostri -, correggendo non pochi luoghi comuni ed errori di
interpretazione del fenomeno. Dal canto suo S.E. Mons. Silvano Tomasi, analizzando
l’impegno della comunità internazionale, fra i tanti spunti di riflessione,
anche sulla scorta dei documenti pontifici, ha sottolineato un aspetto cruciale
della problematica: l’impegno, finora troppo debole, nel promuovere, da parte
dei Paesi più ricchi, lo sviluppo - lavoro, istruzione, sanità, ecc. - nei Paesi poveri, pressoché unica “molla”
capace di far restare le persone svantaggiate nel loro Paese d’origine, assicurando
quanto concorre a rendere una vita più dignitosa e serena.
Il
secondo incontro ha centrato l’attenzione sui focolai di
crisi all’origine delle migrazioni. Anche in questo caso ce ne hanno parlato
brillantemente due esperti, già ambasciatori in Africa e Medio Oriente. Con
l’aiuto di una carta geografica, Maurizio Melani ha descritto le diverse
cause delle migrazioni sia interne al
Continente africano sia internazionali: povertà estrema, siccità, mancanza di
infrastrutture, conflitti etnici, guerre per il dominio del territorio, delle
ricchezze del sottosuolo, ecc. Achille
Amerio ha, invece, descritto con chiarezza la nascita e l’evoluzione del
conflitto siriano che, a differenza degli altri moti, conosciuti come primavere
arabe, è in atto da sette anni e sembra incattivirsi ogni giorno di più.
Questo, malgrado il susseguirsi di molteplici iniziative diplomatiche che si
scontrano con ataviche discordie, giochi di potere e di interessi economici.

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